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Un ottimo inizio d'anno per la Scuola Maestri Pizzaioli

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EsamiPizza02-2015 01Continua l'opera instancabile della Scuola Maestri Pizzaioli di Palermo ideata da Giuseppe D'Angelo e del Pizza Team Don Robbie, dopo alcune settimane di corso, il 10 Febbraio 2015 altri 14 pizzaioli hanno ottenuto l'attestato che testimonia i loro studi. Per l'occasione, in commissione d'esami, oltre al team Sicilia era presente anche Robbie Pezzuol, Presidente e fondatore nazionale dell'associazione Don Robbie, arrivato appositamente da Rimini nonchè, come è ormai d'abitudine, una rappresentanza della cucina con gli chef Stefano Scarpaci e Giovanni Cangelosi.

Questi sono, in ordine alfabetico, i nomi dei nuovi diplomati: Francesco Accardi, Vincenzo Beninanti, Alessio Bonanno, Francesco Bumbello, Davide Burgio, Alberto Cappello, Stefano Cappello, Giuseppe Conti, Maria Concetta Floridia, Giuseppe Christian Longo, Marco Martines, Salvatore Mogavero, Domenico Priolo, Dario Vernengo.

EsamiPizza02-2015 02Le pizze preparate dai corsisti per l'esame hanno evidenziato una buona cura dei particolari e della presentazione, nonchè un grande considerazione per gli impasti speciali, utilizzando grani antichi piuttosto che di altri cereali arrivando fino alla canapa, con un occhio di riguardo per le farine biologiche. Mediterranea, Russello e Tumminia sono ormai varietà conosciute ed apprezzate dai corsisti e si spera verranno poi diffuse nei locali dove loro andranno a lavorare, pertanto grande merito va al  Scuola Maestri Pizzaioli per aver intuito l'importanza che questi prodotti hanno nella nostra alimentazione.

Su tutti si sono distinti gli elaborati di sfincione, un'impasto al basilico, due STG, una senza glutine, presentata da Marco Martines con un'inedita farcitura pesce-salumi completata da un tocco giapponese al wasabi, poi ancora una Kamut, lievitata con la tecnica del polish realizzata da Domenico Priolo, una a base di Tumminia, infine una pizza esotica realizzata da Dario Vernengo, alunno distintosi in modo particolare, in onore di una ricetta di risotto ideata dallo chef Alex Mangano.

Tutte le foto sono state fornite da Daniele Vaccarella

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I primi esami della scuola Kàntharos

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Kantharos1 01E' purtroppo risaputo che la scuola pubblica è stata azzoppata da numerose riforme, e tra qualche mese ce ne aspetta ancora un'altra, ma gli istituti che ne hanno maggiormente patito i cambiamenti sono stati indubbiamente quelli ad indirizzo alberghiero. Tra le tante defaillance che vengono denunciate ci sono le poche ore da dedicare al laboratorio, cioè alla importantissima pratica, ma anche la mancanza di denari, causa tra l'altro della scarsa qualità delle materie prime utilizzate dagli alunni. E' in questo scenario che si sono ultimamente inseriti diversi corsi di cucina, ma di uno solo parlerò oggi, perchè gestito da professionisti e perchè ho personalmente constatato essere di grande efficacia.

La Scuola Kàntharos, Ateneo del Gusto, è stata fortemente voluta da Carmelo Dalfino, chef di lungo corso della ristorazione palermitana, ed ha subito trovato sede nella cornice del bel Ristorante Riccardo III di Monreale, oggi gestito dal figlio Salvatore, anche lui chef. Lo scorso 5 Marzo 2015 ho avuto la possibilità di trascorrere quasi un'intera giornata con gli alunni e poi di assistere ai primi esami della Kàntharos.

Kantharos1 02I docenti Chef Salvatore Burgio e Vito Di Lorenzo, per la cucina, i Pastry Chef Giovanni La Rosa e Roberto Pennino, per la pasticceria,  Sarah Cucchiara per il Cake Designe e Domenico Sireci, istruttore FIP per la panificazione e pizzeria, hanno consentito ai ragazzi la possibilità di scegliere il settore della ristorazione a loro più congeniale, fornendogli una conoscenza a 360 gradi. L'alto livello degli insegnanti, unito con la motivazione e passione degli alunni, ha contribuito a raggiungere un risultato che sinceramente non mi sarei mai aspettato dopo solo 250 ore di corso, nonostante la tanta pratica e la buona dose di teoria. Dei corsisti solo tre potevano vantare un'esperienza nel settore, ma riconducibile alla frequenza di un Istituto Alberghiero, il resto dei ragazzi possedeva una laurea, un diploma o un'esperienza lavorativa che non avevano nessuna attinenza con la ristorazione, pertanto, vederli tutti sfoggiare una buona manualità con gli attrezzi da cucina, ben inquadrati in una brigata ed eseguire alla lettera le direttive dei docenti, preparando addirittura la cena di fine corso per i numerosi invitati, mi ha lasciato molto ben impressionato.

Questi, in ordine di presentazione all'esame, sono i nomi dei novelli cuochi e pasticceri:

Marco Patellaro
Iolanda Di Benedetto
Alberto Gerbino
Michelangelo Lo Verde
Giacinto D'Angelo
Raffaele Di Benedetto
Emanuele Artale
Alessandro Granà

Kantharos1 03Anche la commissione d'esami era composta da grandi professionisti, dei veri mostri sacri della ristorazione, ovviamente anch'essa multidisciplinare in modo da poter esaminare a fondo gli alunni. Capitanata dal Gran Maestro Carlo Hassan, Maitre ed attuale Presidente Nazionale AMIRA, la commissione era composta in ordine alfabetico anche da: Sarah Cucchiara, Cake designer, Vincenzo Di Salvo, ristoratore, Gran Maestro Giovanni Ferrara, Maitre, Mario Graditi, Pastry Chef e Presidente FIP (Fed.Italiana Pasticceri), Raimondo Inserra, Chef, Pietro Pupillo, Pastry Chef, Gran Maestro Nino Reginella, Maitre, Nino Scarpinato, Maitre e Fiduciario AMIRA Palermo, Domenico Sireci, maestro pizzaiolo FIP, Nino Tantillo, Chef, Gabriele Giovanni Vernengo, portavoce FIP. Come già detto, la cena era stata magistralmente preparata dagli stessi corsisti e comprendeva ben 7 portate.

Kantharos1 041.Aperitivo e stuzzichini di benvenuto;
2.Macco di fave con mitili crostini di pane profumato all’aglio e olio di frantoio servito in cocotte;
3.Tartara di pomodorino di pachino con code di gamberi rosa scottati in emulsione di salsa verde;
4.Perle di riso carnaroli con tocchetti di baccalà e pomodorini pendolino al profumo di agrumi siciliani;
5.Ravioli di pasta fresca fatta in casa con ripieno di zucca mantecati con bisque di gamberi e zucchinette addolcite;
6.Filetti di orata in panura morbida con salsa alla livornese con tricolore di verdure tornite e mentuccia;
7.Dolci tentazioni dei nostri pasticceri.

Kantharos1 05I piatti erano stati eseguiti con tale cura che era impossibile o difficilissimo distinguere l'esecuzione da quella di un professionista, per evincere ciò basta guardare le foto della preparazione e del risultato finale. Errori grossolani non ne ho pertanto trovato, anche le cotture, mio eterno pallino, erano state generalmente ben eseguite. In sala tutto si è svolto in modo perfetto grazie alla direzione di Rosa Basile insieme a Francesca e Michele i quali, giunti alla fine della cena, hanno gestito uno splendido e abbondante buffet, allestito dalle professionali mani di Rosa e poi arricchito con i numerosi dolci degli alunni di pasticceria. L'agognato diploma verrà consegnato ai corsisti durante il concorso "Trofeo delle Isole", di prossimo svolgimento per il 16 Marzo, sempre presso il Riccardo III.

In conclusione, un sentito "bravi" va indirizzato agli alunni che si sono impegnati parecchio durante il corso, ma anche agli straordinari docenti che sono riusciti a coinvolgere i ragazzi, ottenendo così il massimo da loro.

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A Palermo nasce NutriSicilia

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NutriSicilia 01Lo scorso 6 marzo 2015, presso la Sala Petrucci di Palazzo Ziino a Palermo, è stata presentata a pubblico e organi di stampa la nuova associazione NutriSicilia, ideata e fortemente voluta da Rossella Sucato, dottoressa in Psicologia generale e sperimentale che ne ha quindi acquisito la presidenza, presenti anche i soci fondatori Marilia La Lia, Biologa nutrizionista e a Gaetano Immesi, Dirigente A.S.D. Universitas Palermo.

Obiettivo di NutriSicilia è la salvaguardia del diritto alla salute, "portiamo avanti un progetto innovativo, il nostro è il primo programma sociale che non esiste dal punto di vista metodologico in Europa", afferma la Dott.ssa Sucato, e per realizzarlo si prospettano già collaborazioni con l'Assessorato Regionale alla Salute, si cercherà pertanto di sensibilizzare, educare e coinvolgere gli associati, la gente. L’obiettivo del programma sarà sempre più chiaro nei prossimi eventi a cadenza settimanale. L’associazione emetterà una Card che permetterà di seguire il percorso volontariamente, senza costrizioni, in modo da migliorare il proprio stile di vita in sistema integrato con il SSN.

NutriSicilia 05Quindi, nei prossimi eventi saranno divulgati gli argomenti da trattare, ma alcuni sono chiari sin da oggi, sicurezza alimentare, imparare a leggere le etichette, saper riconoscere i prodotti, aiutare i soci a scegliere gli alimenti. L'obiettivo di Nutrisicilia è come una mappa con un'unica mission: sapere nutrirsi oltre che mangiare, pertanto rinunciare a Nutrisicilia significa rinunciare al proprio benessere. Rossella Sucato ha sperimentato sulla propria pelle il non sapersi nutririsi, ha infatti raccontato l'esperienza personale secondo la quale a soli 40 anni ha iniziato ad avvertire stanchezza, gonfiori, disturbi gastrici..ecc. Seguendo un percorso nutrizionale diverso, la Dott. Sucato ha ottenuto un radicale miglioramento della sua sintomatologia.

I soci potranno aderire al programma con tre diverse modalità, durante gli eventi con una riduzione del 50% sulla quota associativa, ancora durante gli eventi con il sorteggio di 5 tessere ad attribuzione gratuita, oppure contattando NutriSicilia tramite la sua email nutrisicilia@libero.it.

NutriSicilia 02Tra i relatori, ha preso poi la parola l'Avv. Salvatore Sansone, Direttore C.E.SD. – Onlus Centro Studi Salvo D'Acquisto. Il centro si occupa di formazione e promozione dei valori della legalità. Al C.E.SD. è stato assegnato un bene confiscato alla mafia dove si è oggi insediato il Museo dedicato all'Arma dei Carabinieri. L ‘Avv. Sansone ha ringraziato il C.E.S.D, nelle persone di Peppino Terenzio ed il Prof. Nino Ingardi, intervenuti all’evento e l’atleta Nino Muratore. Il C.E.S.D. intende collaborare con NutriSicilia al fine di promuovere la Sicilia e per fare cultura, ad esempio offrendo la propria sede per eventi e convegni. Nel progetto NutriSicilia sono stati inseriti anche laboratori operativi per modifiche alla cucina tipica siciliana tradizionale coinvolgendo i ristoratori, a tal proposito può essere molto utile all'associazione una convenzione stipulata dal C.E.SD. con l'Istituto Alberghiero F.P.Cascino di Palermo.

NutriSicilia 03La Dott.ssa Viviana Catanese, agronomo, si occuperà di seguire alcuni incontri a cui parteciperanno i soci NutriSicilia. La Catanese è molto sensibile agli argomenti incentrati sulla nutrizione, sia in qualità di agronomo, sia come cittadina-consumatore. E' molto importante che si segua una alimentazione corretta, che si conosca la provenienza dei prodotti, dove e come vengono coltivati i cibi di cui ci nutriamo ed in questo campo la Dott.ssa Catanese, con il suo know-how particolarmente focalizzato sull'agroalimentare biologico, può dare un'importante contributo all'associazione.

Marilia La Lia, cofondatrice di NutriSicilia e Biologa nutrizionista, crede nel programma poichè è ora di affrontare la parola "dieta" in un modo diverso, il cibo è anche capire e conoscere quello che stiamo mangiamo per raggiungere un benessere a 360°.

Gaetano Immesi, atleta, altro cofondatore dell'associazione, ovviamente ha a cuore la parte sportiva del programma, in particolare del podismo, esso migliora le attività cardiache cerebrali, aumenta la concentrazione, la memoria e riduce il grasso.

NutriSicilia 04Infine ha preso la parola Claudio Ales, Vice Presidente della PTEN Italia, associazione italiana per la lotta alle PHTS che ha lo scopo di tutelare le persone colpite dalle malattie causate da mutazione del gene PTEN che in Italia colpiscono solo 1 persona su 200.000. Poco più di 300 persone devono combattere le PHTS, numero che ha fatto classificare la malattia tra quelle rare, con tutte le sottovalutazioni e difficoltà di ricerca del caso. 

La presentazione si è conclusa con un veloce aperitivo grazie ai prodotti da forno offerti dal Panificio Filoreto di Piazza Diodoro Siculo n. 2 a Palermo ed i vini di Bosco Falconeria, dell'Azienda Biologica Simeti-Taylor.

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Loretta Fanella, innovatrice dei dessert al piatto

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FanellaPiatto 01Finora siamo stati abituati a vedere delle ricostruzioni culinarie di specifiche ambientazioni solo in un piatto di cucina, sto ad esempio pensando alla skyline di grattacieli che si può ammirare nel celebre bollito di Massimo Bottura, ma perchè non portare la stesso impatto visivo in un dessert al piatto? Per fortuna ci ha pensato Loretta Fanella, raffigurando in pochi centimetri quadrati tutta la sensibilità e la delicatezza che solo una mano femminile può avere. Loretta, originaria di Fiuggi, ha sempre amato la cucina ed in particolare la pasticceria, per lei a 13 anni il dilemma dell'indirizzo scolastico da scegliere non si è posto, infatti fu subito alberghiero. Proprio grazie alla scuola, a quinto anno, conobbe Fabio Tacchella, in visita scolastica e probabilmente anche in veste di talent scout, al quale si propose per uno stage. Da li è stato un crescendo, CASTAlimenti, Carlo Cracco, lo spagnolo El Bulli di Ferran e Albert Adrià ed infine l'Enoteca Pinchiorri, per poi approdare alla libera professione di consulente di pasticceria. Un percorso con maestri molto diversi tra loro, ma proprio questo gli ha permesso di acquisire e sviluppare differenti valenze della pasticceria e quindi oggi, nell'attività di freelance, di concretizzare pasticceria, vena artistica e... famiglia. Loretta ama la torta di mele, ma preferisce una buona pizza o un bel risotto, ascoltate la sua viva voce nella divertente intervista che mi ha gentilmente rilasciato al termine del suo corso, svoltosi lo scorso 19 Marzo 2015 presso la Cappello Pastry Academy di Palermo.

{youtube}Cd_7QDErxBI{/youtube}

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La nuova F.I.P. Sicilia all'insegna della collaborazione

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PresentFIP 01Anno nuovo, vita nuova alla FIP Sicilia, la Federazione Italiana Pasticceri, dopo la nomina di Mario Graditi a delegato regionale, ha rinnovato i suoi vertici presentando nomi e programma lo scorso 23 Marzo 2015 presso l'aula dimostrazioni della Glovi Group di Palermo eletta a sede principale di corsi e riunioni, invece come sede secondaria è stata identificata la Vaps Arredamenti, nel vicino paese di Bagheria.

Figlio d'arte di Filippo Graditi, dell'omonima pasticceria di Misilmeri (PA), poco più che trentenne, Mario ha dimostrato di avere le idee chiare riguardo l'associazione poichè, con sicurezza, ha subito svelato l'indirizzo che intende seguire invitando i rappresentanti di altre due associazioni: Lorenzo Aiello, fiduciario provinciale eventi FIP, Federazione Italiana Pizzaioli, e Mario Puccio, vice presidente dell'A.P.C.P.PA, Associazione Provinciale Cuochi e Pasticceri di Palermo, diretta federazione della FIC nazionale. La sua intenzione è quella di collaborare con altre realtà associative di diverse discipline al fine di creare uno scambio di know-how tra tutti i membri delle stesse. Gli accordi sono in via di definizione, ma non ho dubbi sul loro buon esito, poichè questo significherebbe elevare la qualità di rappresentanza della Sicilia durante le partecipazioni nazionali, andando a coprire tutti gli ambiti coinvolti dalla ristorazione: cucina, pasticceria e pizzeria, rimanere fuori da quest'ambizioso, ma possibile progetto, sarebbe folle.

 

PresentFIP 02Questo è uno dei "segreti" del mandato conferito a Mario Graditi, e proprio io che scrivo ormai da anni di associativismo, relativamente all'ambito agroalimentare, non posso che supportarlo. Il principale male della nostra economica, a tutti i livelli, è proprio la mancanza di sinergie, quella che io chiamo la "C" del cooperativismo, una parola che ci potrebbe far cavalcare la globalizzazione invece che subirla passivamente. Il concetto è quello di rimanere piccoli, ma mettersi assieme per poter avere la voce da grandi. Le altre due "C" sono quella della certificazione, riferita ai prodotti dell'agroalimentare, ma nel caso in questione potrebbe valere per i corsi e le ulteriori specializzazioni riassumibili con la parola qualificazioni degli individui. Infine la terza ed ultima "C" di comunicazione, nella quale mi pare Mario Graditi stia riuscendo bene, nominando Maria Grazia Rizzo come responsabile della pagina Facebook e prossimamente del sito Internet che si pensa di realizzare al più presto con  l'aiuto della FIP nazionale.

PresentFIP 03Adesso, però, passiamo ai nomi, tra i quali ho trovato tanti amici, grandi professionisti.

Giovanni Catalano vice presidente, Fabio Pacuvio responsabile Palermo centro, Giuseppe Sparacello, responsabile per Palermo orientale, Maria Grazia Rizzo responsabile cake design e comunicazione, Massimo Giambelluca, responsabile per Palermo occidentale, Antonino Mineo delegato per Trapani, Antonio Stella delegato per Caltanissetta, Soccorso Colosi delegato per Messina, Alfonso Barone delegato per Siracusa, Concetto Cicero delegato Ragusa, Lillo Freni responsabile risorse territorio.

L'occasione è stata inoltre propizia per realizzare una sorta di demo di pasticceria dolce e salata, preparata dallo staff di Palermo.

Le mie tre "C" ci sono tutte, adesso sta ai delegati concretizzarle, non solo per la federazione, ma soprattutto per la loro terra di Sicilia che ne ha tanto bisogno.

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Le ricerche che potrebbero darci un vino nuovo

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OlivaIRVOS 01Altre volte, in passato, mi sono occupato di seguire l'operato dell'Istituto Vite e Vino ex IRVV, oggi IRVOS poichè gravato della responsabilità di seguire anche il comparto dell'olio siciliano. In particolare, il periodo più proficuo che io ricordi è stato quello sotto la direzione del direttore generale Dario Cartabellotta con la presidenza di Leonardo Agueci, durante il quale le ricerche microbiologiche hanno avuto un impulso particolare. Responsabile di tanti progetti è stato ed è ancora oggi il biologo Daniele Oliva, del quale in questo mio articolo mi pregio di raccontarne l'impegno dal quale è scaturito un prezioso lavoro svolto esclusivamente per il comparto vinicolo siciliano.

Daniele è ovviamente un appassionato della materia, ma se andiamo a ritroso, scopriamo che il suo primo amore è stato quello per gli animali e per la genetica molecolare umana, dopo la laurea però galeotto fu un concorso per titoli all'allora IRVV. Dopo l'assunzione avvenuta a fine anni '90, Daniele si è trovato proiettato nel campo della microbiologia, ricerche poi espletate principalmente nello studio dei lieviti, come lui stesso racconta nella video intervista che mi ha gentilmente rilasciato lo scorso 24 Marzo 2015.

{youtube}HTDems4-FjI{/youtube}

OlivaIRVOS 02Il primo progetto seguito da Daniele Oliva è stato Inoveno, il cui obiettivo era di selezionare lieviti che potessero caratterizzare ancora di più i vini siciliani, iniziato intorno nel 2002 e conclusosi nel 2014, è stato condotto in alcuni antichi palmenti dell'isola, veri scrigni di biodiversità. Da questi studi nacque l'ormai conosciutissimo NDA21, lievito indigeno usato da alcune cantine siciliane per rafforzare il collegamento con il proprio territorio, oggi commercializzato in Sicilia dall'azienda HTS Enologia. Però, il fatto quasi sconvolgente è che l'NDA21 è stato acquisito da un'azienda francese, nazione che attualmente detiene il monopolio per la riproduzione di lieviti, e da essa viene riprodotto e poi venduto in tutto il mondo: come dire, abbiamo venduto ghiaccio agli esquimesi! Sul sito web www.ats-inoveno.it è possibile trovare una dettagliata documentazione sulle ricerche svolte e sui risultati ottenuti.

Ancora più interessanti, per il mercato del vino, sembrano gli ultimi sviluppi del progetto intitolato Innovazione di processo e di prodotto nella filiera vitivinicola siciliana”, che ha visto utilizzare proficuamente dall'IRVOS circa 1,6 milioni di Euro della Misura 4.1.1.1. del FESR, Fondo Europeo Sviluppo Rurale. Gli obiettivi erano quelli di migliorare le caratteristiche del vino, ma mentre nel resto del mondo si sta cercando di farlo con tecnologie OGM, Daniele Oliva ha sin da subito cercato le risposte nel territorio della nostra Sicilia, ottendendo una doppia conquista: come risultati conseguiti dall'IRVOS e come valorizzazione delle risorse del territorio siciliano. Le azioni di ricerca del progetto sono iniziate nel 2012 e si concluderanno nel 2015, tra l'altro con delle degustazione alle quali parteciperò per tenervi informati sui risultati, esse si articolano su tre punti.

La prima azione riguarda l'uso dei un particolare lievito chiamato Candida zemplinina, selezionato dai nostri territori, esso viene opportunamente inoculato all'inizio della fermentazione e poi seguito dai consueti Saccaromyces. Questa tecnologia ha prodotto dei vini con circa mezzo grado alcolico in meno, ma con un sensibile aumento di glicerolo, ciò significa poter produrre vini molto più corposi e concentrati senza aumentare il tenore alcolico, anzi diminuendolo!

La seconda azione invece ha visto oggetto della ricerca la produzione di vini a solfiti zero, realizzata con la collaborazione della Dott.ssa Graziana Grassini. Molto graditi dal mercato, i vini senza solfiti aggiunti oggi si stanno sempre di più diffondendo, ma il consumatore troppo spesso trascura il fatto che per stabilizzarli si utilizzano comunque altre sostanze chimiche poco conosciute, peraltro i lieviti stessi producono dei solfiti complicando ancora di più il solfito zero. Daniele mi ha invece illustrato un protocollo da lui sperimentato nel quale vengono utilizzati lieviti selezionati a bassissima produzione di solfiti, abbinati ad una miscela di gas inerti a base di argon, azoto e anidride carbonica, simile a quella impiegata per la conservazione dei cibi, applicata durante tutto il ciclo di lavorazione e di imbottigliamento del vino, si riesce così a stabilizzare il prodotto ottenendo il vero solfiti zero, senza chimica aggiunta.

La terza azione riguarda la realizzazione di rossi più longevi, realizzata con la collaborazione del Dott. Antonio Sparacio e la consulenza del mitico Prof. Rocco Di Stefano, punto di riferimento della chimica enologica italiana. In questo caso, applicando particolari tecniche di coltivazione in vigneto e di vinificazione in cantina si sono ottenuti risultati incoraggianti in uno degli aspetti più critici dell'enologia siciliana, ma su queste ricerche solo il tempo ci potrà assicurare sui risultati conseguiti.

Queste sono le cantine coinvolte nella ricerca, tutte di dimensioni molto grandi a causa delle caratteristiche di fatturato previste dal bando di finanziamenti del FESR.

Cantina Azione del progetto
Settesoli Vini rossi senza solfiti
Primavera (gruppo Fazio) Lieviti innovativi per vini meno alcolici, vini bianchi senza solfiti
CVA Canicattì Lieviti innovativi per vini meno alcolici, vini bianchi senza solfiti, vini rossi senza solfiti
Nicosia Spa Rossi longevi
Colomba Bianca Lieviti innovativi per vini meno alcolici, rossi longevi

Tutte le informazioni tecniche e i collaboratori della Misura 4.1.1.1. del FESR sono illustrati nel sito web progettoinnovazione.wordpress.com

Daniele però non si è ancora fermato, poichè sta conducendo altri studi in un vigneto impiantato nell'isola di Linosa, luogo scelto perchè territorio vergine che non ha mai visto vinificazioni o altri lieviti introdotti dall'esterno, all'infuori di quello utilizzato dall'unico panificio del luogo e pertanto geneticamente mappato e ben identificato. In queste particolari condizioni è stato selezionato un lievito mai usato prima nelle fermentazioni vinicole, si tratta del Kluyveromyces marxianus che opportunamente inoculato in una normale vinificazione produce un particolare enzima che va a rompere il legame tra zuccheri e aromi. Gli zuccheri rappresentano una sorta di zavorra che impedisce ai profumi di emergere e di raggiungere il nostro naso, la rottura naturale di questi legami consente di produrre vini bianchi di straordinaria aromaticità. Anche questa tecnologia è pronta per il trasferimento alle aziende che ne volessero implementare l'uso.

OlivaIRVOS 03Tutte queste straordinarie ricerche e risultati, senza considerare gli altri fronti nei quali è stato impegnato l'IRVOS, tracciano il profilo di un Istituto sulla cresta dell'onda e lo contrassegnano come indispensabile partner del comparto vitivinicolo e speriamo anche olivicolo siciliano. Esso in effetti lo è, ma le storture dei nostri governi regionali mortificano e rischiano di far perdere quasi 15 anni di ricerca e tanti soldi pubblici in essa investiti. A causa della dilagante e spesso insensata spending review, l'attuale governo regionale sembra che non consideri minimamente l'importanza dei risultati ottenuti poichè oggi tutti i lieviti selezionati rischiano di andare perduti. Daniele Oliva mi ha raccontato che a causa di un ultra congelatore mancante, ma soprattutto per il taglio di un contrattista che si occupava a tempo pieno della riproduzione dei tanti microorganismi attualmente conservati in vari frigoriferi, addirittura ospitati a titolo di favore personale presso la struttura del CNR, tra qualche mese l'intera collezione e quindi i risultati e i danari spesi, potrebbero finire in un cimitero microbiologico chiamato IRVOS. Il video qui incluso e di conseguenza anche questo articolo, si conclude con un appello indirizzato a chi ha la competenza di insistere sulla salvaguardia di tale risultati, ovvero l'attuale direttore generale dell'IRVOS Lucio Monte ed il relativo presidente Antonino Di Giacomo, ma soprattutto all'assessore di turno ed a tutti coloro che detengono i cordoni della borsa, considerando che con veramente poco, si parla di circa 20.000-30.000 Euro l'anno (avete letto bene, non sono milioni di Euro bensì pochissime migliaia), forse anche meno stipulando un contratto di outsourcing, potrebbero mantenere vive le colture ed insieme ad esse il nuovo volto del vino e del nostro territorio... e se nel frattempo intervenisse un privato?

 

Più tradizione nella nuova Conpait Sicilia Occidentale

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Conpait2015 01Con la recente entrata in Conpait di Giovanni Cappello, dell'omonima pasticceria palermitana, i delegati siciliani si sdoppiano, Peppe Leotta continuerà a rappresentare l'associazione nella Sicilia Orientale e Cappello quella Occidentale.

Lo scorso 13 Aprile 2015, presso il prestigioso Grand Hotel Et Des Palmes di Palermo, è stata presentata la nuova squadra, tra l'altro con una nutrita rappresentanza femminile. La convention si è aperta alle 18:30 con l'inno nazionale seguito da altre performance del tenore Piero Lupino e della soprano Piera Grifasi. La conduttrice Stefania Scordio ha poi presentato i due delegati regionali ed il direttivo composto da: Daniela Lo Buono e Manuela Rampolla, responsabili della segreteria, Daniela Raineri ed Emanuela Taormina, responsabili Cake Design, poi per il team pasticceria: Gianni Rapisardi, Paolo Grasso, Antonino Pace, Giuseppe Pace, Francesco Perrone, Angelo La Placa, Toni Di Piazza, Toni Petitto, Vincenzo Randazzo, Rita Busalacchi, Nino Di Pasquale. Significativo è stato l'intervento di Santi Palazzolo, pasticcere e titolare dell'omonimo locale di Cinisi (PA) da poco entrato in Conpait, reduce dalle recenti cronache che lo hanno visto denunciare un'estorsione a suo danno all'interno dell'Aereoporto di Palermo, dove egli ha un punto vendita. Altro importante ospite d'onore della serata è stato Antonino Caleca, Assessore Regionale dell'Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, che ha speso parole di grande apprezzamento per il gesto di Santi, ma ha anche espresso la propria fiducia nella tradizione pasticcera siciliana, attribuendogli peculiarità di volano dello sviluppo economico.

Conpait2015 02Giovanni Cappello, forte della sua età e della sua professionalità, viene spesso accostato alla cosiddetta pasticceria moderna, ricca di mousse, panne e tecniche del freddo che provengono tutte d'oltralpe, perfettamente in linea con gli obiettivi di diffusione della Confederazione Pasticceri Italiani, ma durante la presentazione egli ha caratterizzato il suo progetto per Conpait parlando anche di tradizione, ci sono infatti tanti dolci siciliani che stanno scomparendo, o che comunque sono sempre più snaturati a causa dell'uso dei semilavorati. Giovanni ha infine garantito che nello spazio destinato alla Conpait, presso l'Expo di Milano, l'associazione porterà i nostri dolci, proprio quelli che piacciono tanto all'Assessore Caleca!

Conpait2015 03Dopo la consegna delle targhe di rito, a Santi Palazzolo, Assessore Caleca e agli sponsor Cappello Pastry Academy, F.lli Nuccio, Roma Cash, Le Delizie di Arena, Panificio Quartararo, Italdecor, La Nuvola Ricamificio, l'evento si è concluso con il taglio di una maestosa cassata da ben 100 Kg, realizzata con tecniche differenti grazie ai già citati sponsor, infatti accanto alla tradizionale ricetta erano presenti numerose decorazioni in pasta di zucchero, come a simboleggiare il nuovo programma della Conpait Sicilia.

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Il futuro della pasticceria è femmina

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PastryGirl 01In questo mio articolo non vi parlerò di tecniche o di grandi pasticceri, piuttosto che di preparazione o di ingredienti miracolosi, bensì solo di persone, ma esclusivamente di sesso femminile.

Sembra proprio che in Italia sia esplosa una sorta di corsa alla cucina, giovani e meno giovani, diplomati e laureati in discipline avulse ai fornelli, vogliono diventare tutti chef, mentre invece, gli alunni dell'alberghiero, di cucina non ne vogliono neanche a brodo! Qualcuno attribuisce questa moda alle televisioni che ad ogni ora del giorno e della notte ci propinano programmi culinari, di solito puro show o addirittura fuorvianti a causa dei messaggi sbagliati che veicolano. Fatto sta che, da parte di tanti, la presa di coscienza c'è stata, la cucina affascina ed appassiona, ma in particolar modo sembra aver catturato il sesso femminile.

Da sempre il mondo dei fornelli è stato diviso in due: a casa appannaggio assoluto delle donne, invece, nel comparto lavorativo, dominato dal genere maschile. A fine '800 Escoffier, con la gerarchia mutuata da quella militare, mise un ulteriore ostacolo al gentil sesso, quest'ostracismo femminile forse a quei tempi era giustificato, la cucina professionale non si poteva comparare con quella casalinga, era un luogo di fatiche immani per impegno di tempo e pesantezza del lavoro e inoltre, probabilmente, le rappresentanti del sesso femminile, poichè tenute ai margini dell'alfabetizzazione, non erano neanche capaci di leggere o di scrivere, libri di cucina e ricette. Oggi il lavoro di chef, piuttosto che quello di pasticcere, è profondamente cambiato, ahimè, dappertutto si sono diffusi i semilavorati che abbreviano e alleggeriscono i tempi di preparazione, in compenso le attrezzature rasentano quella che 50 anni fa poteva essere tranquillamente considerata fantascienza, ad esempio, i forni moderni hanno i programmi di cottura automatici, in base al peso e ingredienti, inoltre lo si può controllare anche in remoto da casa propria, per non parlare poi delle nuove tecniche di conservazione, tramite abbattitore, e cottura che può avvenire a vapore, sottovuoto, a bassa temperatura. In sostanza, oggi ci si deve concentrare di più sulle materie prime e sulla loro trasformazione e non su quanta legna bisogna preparare per tenere accesi i fornelli 7 giorni su 7! In questo scenario è entrata a piè pari la creatività del cake design, espressione artistica dove le donne, senza bisogno di avere particolari conoscenze di pasticceria, hanno sin da subito primeggiato. Questo è stato secondo me il primo passo che ha permesso lo sdoganamento del sesso femminile nel settore in questione, creando un effetto valanga che poco alla volta, dal dolce, si è esteso anche al salato.

Numerosi segnali reali mi portano quindi a pensare che nei prossimi anni vedremo sempre più donne in cucina e in pasticceria, uno di questi è quella cartina al tornasole costituita dal laboratorio della Pasticceria Cappello di Palermo, su cui mi sono basato per studiare più da vicino il fenomeno. In esso, negli ultimi anni, sono transitati un buon numero di giovani stagisti, provenienti da diversi indirizzi scolastici, diplomati piuttosto che laureati, italiani e stranieri, ma oggi vi presenterò tre esponenti del gentil sesso dalle storie emblematiche, ormai giunte alla fine del loro percorso formativo: Maddalena Borsato, Federica Torregrossa e Alessandra Augello.

PastryGirl 02Storia di Maddalena

Un prerequisito indispensabile per riuscire bene nel campo della cucina o della pasticceria è la propria disciplina interiore, quella forza che ci fa condurre studi difficili e non ci fa arrendere mai, una caratteristica comune a tutte e tre le storie che vi racconterò, ma forse quella di Maddalena è un pizzico più caratteristica rispetto alle altre. Maddalena è trevigiana, appassionata di pasticceria, si è dilettata sin da piccolina con il forno, anche durante i suoi studi di filosofia condotti tra Venezia e Berlino. Dopo la laurea l'illuminazione, una scuola serale a Venezia con conseguente duro stage e poi la partecipazione ad un bando del Ministero del Lavoro chiamato Botteghe di Mestiere, che gli ha permesso di scegliere come sede la Pasticceria Cappello. Oggi Maddalena, appena ventisettenne, ha fuso la filosofia con la pasticceria, avvalendosi della collaborazione dell'amico Jacopo Giacomoni e dell'opera del fotografo Matteo de Mayda, ha creato il sito www.aristortele.it, come fare filosofia con il cucchiaio. In esso hanno trovato sede ricette come "Il semifreud" piuttosto che "Non diciamo cassate", diventando da Gennaio 2015 rubrica fissa sull'autorevole rivista Pasticceria Internazionale. Maddalena ama i lievitati, ma soprattutto i dolci al cucchiaio, come ad esempio il Tiramisù, tra l'altro dolce originario della città di Treviso. Tutto ciò, insieme ad altri particolari della sua vita, li potete ascoltare nella breve video intervista che mi ha gentilmente rilasciato.

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PastryGirl 03Storia di Federica

La storia della ventiseienne palermitana Federica Torregrossa ha invece quasi dell'incredibile, poichè nessuno penserebbe che una giovane mamma di due figlie possa cambiare vita dall'oggi al domani a causa dei dolci! Anche in questo caso, sin da bambina, ritroviamo la stessa curiosità di Maddalena, ogni occasione era buona per intrufolarsi in cucina, ma poi i bimbi crescono e non si pensa che una passione possa trasformarsi in lavoro, anzi, a volte le due cose sembrano allontanarsi. Così è stato per Federica che ha ceduto all'amore per la pasticceria solo dopo due anni di Facoltà di Ingegneria, quando decise di cambiare radicalmente studi e abitudini nonostante il matrimonio, guarda caso con un cuoco, e la nascita di due figlie, investendo su se stessa con un corso all'autorevole CastAlimenti di Iginio Massari. La caparbietà non comune di Federica l'ha portata a completare gli studi con uno stage da Salvatore Cappello e poi recentemente a superare gli esami con il massimo dei voti. Federica ha un debole per il dessert al piatto, ma si rende conto che in Sicilia questo aspetto della pasticceria non è molto curato ed apprezzato, ha infatti messo in conto di trasferirsi con tutta la sua famiglia dove il lavoro la chiamerà. Uno dei suoi modelli è Loretta Fanella, innovatrice nel campo dei dessert al piatto. Federica ama i dolci con la ricotta, le cassate in primis, e poi di frutta, pwerchè secondo lei il dessert, dopo una lauta cena, deve pulire e rinfrescare il palato e mai appesantire. A tavola mangia di tutto, ma ha un debole per i piatti a base di pesce, come ad esempio la "pasta lido", e poi per lo street food più rustico di Palermo, la "stigghiola", soprattutto per i momenti di gioia della sua vita alla quale essa è collegata.

 

PastryGirl 04Storia di Alessandra

Alessandra, ventiduenne, è l'unica delle tre che possiede un diploma attinente al suo lavoro, abitando a Menfi (AG) ha infatti frequentato l'Istituto Alberghiero di Sciacca. Il suo interessamento alle arti culinarie risale alla tenera età di soli 5 anni, quando frequentava la cucina di casa ed in particolare seguiva le ricette della nonna. Da ragazzina, nella scelta dell'indirizzo scolastico non ci sono stati dubbi o tentennamenti: l'Istituto Alberghiero era d'obbligo. Dopo il conseguimento del diploma, però, galeotto fu Giovanni Lorenzo Montemaggiore, uno degli insegnanti, il quale interpellato su un possibile stage di approfondimento in pasticceria, mise una buona parola per il laboratorio di Salvatore Cappello. Durante il suo percorso da pasticcera, iniziato nel 2011, Alessandra ha messo da parte la cucina, oggi si sentirebbe un pesce fuor d'acqua in una brigata, e dopo 7 mesi di stage, nel Novembre 2013, è stata assunta dal Maestro Cappello come aiuto pasticcere.

Alessandra, al di fuori della pasticceria, è una persona bizzarra, fuori dagli schemi, come tante altre giovani donne ama i bei vestiti, ma è fortemente predisposta verso le arti figurative, nel tempo libero preferisce dipingere, fotografare, fare la modella, in una sola parola: creare. Timida e introversa, apparentemente sempre sulle sue, una volta presa confidenza il libro di Alessandra si apre e si esprime attraverso le ambientazioni dove lei colloca e poi fotografa i suoi dolci e non solo, ogni dettaglio delle sue foto è studiato attentamente, questo forse è l'unico modo con cui riesce a manifestare la sua creatività. Alcuni suoi scatti sono esposti su Instagram con l'anagrammatico nick Ladrasanse. Oltre ad essere particolarmente coinvolta dalla fotografia, Alessandra, durante un tirocinio nella cucina di una struttura con collegamenti internazionali, è rimasta particolarmente colpita dall'arte e dall'atmosfera trovata in Russia, neve compresa!

Testarda, ma umile al punto giusto, in pasticceria ama mettere insieme quello che la sua terra di Sicilia gli offre, in modo da rappresentarla al meglio però, non avendo ancora messo assieme le sue passioni, non è finora riuscita ad esprimersi con un dolce da lei inventato, ma quando lo farà, io ci vorrei proprio essere! I suoi dolci preferiti sono quelli più sostanziosi, a base di mousse e/o panna, mentre il suo piatto preferito è la pasta al forno in versione sicula, con anelletti, ragù manzo e maiale, niente piselli, pomodori secchi sott'olio e ricotta salata.

 


La Sicilia in bianco di Guzzo, nasce il tonino-pensiero

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SiciliaInBianco 01Qualche giorno fa, reduce da una verticale di Moscafratta di Agareno, riflettevo sulle cantine che mi piacciono di più, arrivando alla conclusione che spesso l'enologo è lo stesso, sarà un caso? Evidentemente no, infatti l'enologo in questione è Tonino Guzzo. Al di la della sua quasi leggendaria abitudine di non guardare le analisi dell'uva, ma di assaggiarla per decidere se vendemmiare o meno, Tonino entra in simbiosi con la materia prima, trasformandosi in contadino ed agronomo prima di svolgere finalmente la sua professione di enologo svincolandosi da schemi e preconcetti, penso che siano questi i segreti che lo hanno portato a realizzare così tanti vini di successo, perchè come si dice: "il vino va fatto in vigna e poi in cantina", frase fatta, abusata da molti, ma raramente applicata.

SiciliaInBianco 02Lo scorso 21 Aprile 2015, presso l'NH Hotel di Palermo, grazie ad una geniale iniziativa di Luigi Salvo, delegato AIS di zona, un nutrito gruppo di sommelier e di appassionati ha potuto assistere all'esposizione di quello che da oggi potrebbe semplicemente definirsi tonino-pensiero. Ovviamente la filosofia di Tonino c'era già da tempo, ma durante questa sua prima uscita mediatica è stata illustrata a circa 100 persone, operatori del settore, aziende e giornalisti, assumendo così un aspetto da legittimazione popolare. La sua filosofia, probabilmente, trova le radici nell'infanzia, Tonino è nato ad Aragona, in provincia di Agrigento, dove sicuramente è rimasto coinvolto dal mondo contadino della sua famiglia, ma anche da uno zio agronomo decidendo quindi, a soli 13 anni, di andare a studiare enologia in Piemonte. Una simile impresa, con tutte le difficoltà che gli si saranno parate davanti, e la forza di superarle, denota una passione non comune ed al contempo il massimo rispetto per l'uomo e la natura, perchè in definitiva, è questa la sua personalissima chiave di lettura dell'enologia. Si, perchè Tonino apprezza gli uomini della "terra" e segue lo scorrere della linfa che alimenta la pianta, senza violenze, curandola meglio di un agronomo, e soprattutto rispettandone i cicli vitali. Da ciò nasce il suo profilo per così dire adattativo, che gli ha permesso di sganciarsi dai preconcetti e dagli schemi che spesso altri suo colleghi a volte applicano. Il piatto forte della sua attività è costituito dai "luoghi comuni", tutti puntualmente da lui stesso sfatati anzi demoliti, concetti come la raccolta a mano, la bassa resa, l'escursione termica e l'altitudine, perdono importanza di fronte alla prova dell'assaggio. Ed ecco che quindi spuntano fuori vini particolarmente profumati ed aromatici così come li ha fatti la terra, senza magheggi in cantina, anche se le uve provengono da allevamenti in riva al mare, piuttosto che raccolti con una vendemmiatrice o addirittura da allevamenti a tendone. Tutto questo ed anche altro, compreso un prezioso e inaspettato intervento di Luigi Salvo, sono fruibili nella seguente video intervista che Tonino mi ha gentilmente rilasciato al termine della serata.

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SiciliaInBianco 03Adesso, solo dopo aver conosciuto meglio la storia dell'uomo enologo, posso più serenamente illustrarvi i suoi vini, in questo caso ben sette bianchi nei quali le caratteristiche comuni erano costituite dai profumi intensi, dalla complessità, dalla freschezza, dalla piacevole e lunga acidità e da un'insospettabile mineralità, soprattutto nei due Catarratto, che a qualcuno potrebbe addirittura ricordare l'Etna, ma eccoli in ordine di uscita, in una degustazione impeccabilmente curata dai sommeliers dell'AIS Palermo, ma soprattutto commentata da un Luigi Salvo in perfetta forma vinicola.

Catarratto 2014 DOC - Lombardo Vini, in provincia di Caltanissetta;
Shiarà Catarratto 2014 DOC - Castellucci Miano, Valledolmo (PA);
Grillo 2014 IGP - Ottoventi, Valderice (TP);
Grillo 2014 - Feudo Disisa, Grisì - Monreale (PA)
Fileno Grillo 2014 DOC Sicilia - CVA Canicattì (AG);
Zahara Grillo 2014 - Casa di Grazia, Gela (AG);
Rajàh Zibibbo 2014 IGP - Gorghi Tondi, Mazara del Vallo (TP).

Come ho già scritto, mi ha particolarmente colpito la mineralità dei due Catarratto, con una mia personalissima preferenza per la Lombardo Vini. I successivi quattro Grillo, hanno espresso profumi diversissimi tra loro, tra pere bianche, fiori bianchi e frutta a polpa gialla, in un'escalation che ci ha accompagnato fino agli esplosivi e inusuali sentori di lavanda e citronella dello Zibibbo di Gorghi Tondi. In sostanza, una carrellata di bianchi, tutti promettenti longevità, dai profumi nordici, ma con la struttura di un vero siciliano DOC! Adesso, non ci resta che attendere il prossimo autunno, quando cominceranno a cadere le foglie Tonino sarà maturo per un'altra degustazione, ma stavolta dei suoi rossi.

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A Palermo, il cioccolato del campione del mondo Francesco Boccia

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Boccia2015 01La Coppa del Mondo di Pasticceria di Lione, in Francia, è la competizione più ambita dalla categoria dei pasticceri, riuscire anche solo a parteciparvi è motivo di orgoglio per ogni professionista del settore, immaginate cosa può significare vincerla e diventare campioni del mondo! Questo è proprio quello che è successo alla squadra italiana composta da Emmanuele Forcone, Francesco Boccia e Fabrizio Donatone, che ha portato a casa il prezioso riconoscimento. I tre campioni,però, non potranno mancare ad un altro importante appuntamento: quello con la Cappello Pastry Academy di Palermo che ha iniziato una trilogia di incontri ospitando il corso sul cioccolato artistico di Francesco Boccia. I prossimi appuntamenti saranno a Giugno con Emmanuele Forcone e a Settembre con Fabrizio Donatone. La scuola di Giovanni Cappello è la sede dei corsi della Conpait Sicilia Occidentale, di recente a lui affidata, è in quest'ambito che Boccia ha presentato il suo corso, un bell'inizio per la nuovo delegato siciliano grazie anche ad uno sponsor eccellente: Valrhona, azienda leader mondiale del cioccolato, fornitore e sponsor della scuola e ormai da anni indispensabile partner di qualità della Pasticceria Cappello.

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Boccia2015 02Francesco Boccia è giovanissimo, nonostante i suoi 28 anni, durante la sua lezione e la video intervista che mi ha gentilmente concesso, si è sempre dimostrato sicuro delle sue azioni ed idee e perfettamente consapevole del riconoscimento guadagnato in campo mondiale. Terza generazione di pasticceri dopo il papà ed il nonno, Francesco ama il cannolo siciliano, nella pasticceria di famiglia a Striano, suo paese natale in provincia di Napoli, producono persino le scorze, senza però nulla togliere al babà, un classico della pasticceria campana, tra l'altro il dolce più venduto del locale. Però, anche i pasticceri prima o poi devono mangiare, e quando Francesco si siede a tavola stravede per la... pizza, ovviamente napoletana! Queste sono solo alcune delle chicche che troverete nel video.

Il suo corso, durato ben tre giorni dal 4 al 6 Maggio 2015, impiegando quasi 100 Kg di cioccolato Valrhona, ha condotto passo passo 8 pasticcieri siciliani nella realizzazione di una imponente struttura in cioccolato, incentrata su un tema abbastanza nordico, si poteva infatti scorgere in essa il caratteristico copricapo cornuto dei vichinghi nonchè lo scudo, la prua e la vela delle loro tipiche navi. Tutti i partecipanti hanno dimostrato grande dimestichezza con la materia prima, anche i neofiti del genere, realizzando ognuno un'opera da esposizione che sono sicuro farà bella mostra di se nelle loro pasticcerie.

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La storia del gelato di Luigi Romana

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LuigiRomana2015Del gelato artigianale, quello realmente prodotto con materie prime fresche e non con le "basi" che di norma contengono ingredienti industriali che sviliscono l'artigianalità del prodotto, mi sono occupato diverse volte, ma in questa occasione porterò alla vostra attenzione addirittura la sua storia, dalle origini fino ai giorni nostri, o quasi.

In quanti sappiamo che nel 1500 il gelato, o meglio le bevande fredde, erano considerate un farmaco? E ancora, come venivano "gelate" le bevande quando non erano ancora stati inventati i frigoriferi? Sembrano domande assurde se rapportate ad oggi, ma vi posso garantire che quello che io considero un viaggio, intitolato "Alle origini del gelato" scritto da Luigi Romana, è un intenso racconto, a tratti anche avvincente, che parla di questi interrogativi e di tanti altri aspetti che vi trasporteranno in epoche lontane, con dovizia di particolari Luigi vi calerà nella realtà di un'antica società, fatta di credenze popolari, principi di chimica e tanta passione dei primi gelatai, ma soprattutto in quella dell'autore che vi ha raccolto un anno di ricerche, e tanti di esperienza, nel campo delle ricerche d'archivio.

Proprio sull'autore mi sembra il caso di spendere un paio di parole, Luigi Romana, nato a Caltavuturo (PA), madonita DOC, insegnante di religione nella scuola primaria, ha conseguito il baccelleriato in Teologia, una laurea in psicologia, ed ha sempre mostrato una notevole inclinazione alla ricerca archivistica di storia locale. Luigi, tra l'altro, proviene già da altre esperienze librarie, infatti pochi anni fa ha curato l'atlante dei beni culturali di Caltavuturo e nel 2007 ha pubblicato il libro "Neviere e nevaioli", dalla cui attività di ricerca è poi nato l'attuale "Alle origini del gelato". Oggi Luigi lo si può trovare in giro per fiere e manifestazioni varie, poichè lui ed il Maestro Gelatiere Antonio Cappadonia hanno ideato una mostra itinerante sull'antica arte del gelato, nella quale, oltre alle immagini ed ai testi, li si può personalmente ammirare durante la preparazione, effettuata rigorosamente con strumenti antichi, ghiaccio e sale.

Luigi ha scelto di divulgare gratuitamente il libro in formato PDF, lo troverete alla fine di questo articolo, pertanto vi auguro una buona lettura.

Libro scaricabile in PDF di Luigi Romana: "Alle origini del gelato"

 

La vitinivicoltura siciliana raccontata da Salvatore D'Agostino

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DAgostino2015 01La Sicilia, negli ultimi 20 anni, ha compiuto passi da gigante nel mondo del vino, sia dal punto di vista qualitativo che commerciale, capacità che oggi tutti gli esperti del settore ci riconoscono. Soprattutto negli ultimi 10 anni, abbiamo risalito una china che ci ha permesso di dialogare alla pari con regioni vitivinicole molto più blasonate della nostra, tale straordinario percorso è stato realizzato grazie all'impegno ed alla passione di numerosi attori del comparto, sia pubblici che privati, ma che in pochi hanno potuto seguire in prima persona in tutto il suo evolversi, anno dopo anno.

DAgostino2015 02In tal proposito ci viene in aiuto l'esperienza di Salvatore D'Agostino che dal 1978 fino al 2012 è stato chimico e dirigente dell'IRVV, Istituto Vite e Vino della Regione Sicilia, poi diventato IRVOS con l'aggiunta delle competenze riguardanti l'olio extravergine di oliva. Salvatore ha sempre gravitato nell'ambiente vitivinicolo guardandolo da diverse angolazioni, quelle di wine writers piuttosto che dai suoi 130 articoli e pubblicazioni scientifiche in libri e riviste. Dal suo privilegiato osservatorio, Salvatore ha vissuto passo passo tutte le tappe del vino siciliano, condensandole oggi in un manuale da consultare come una sorta di lessico temporale, ricco di statistiche del comparto vitivinicolo siciliano e con alcuni capitoli dedicati anche all'olio extra vergine. In un'opera così completa però, non poteva mancare un esauriente esame delle varietà autoctone dell'isola, tra l'altro in linea con le specifiche competenze dell'autore che ne approfitta anche per tracciare una storia della vitivinicoltura in Sicilia, dalle origini fino ai giorni nostri. In sostanza, le 240 pagine del libro-manuale "La vitivinicoltura siciliana con particolare riguardo al decennio 2004-2013" di Salvatore D'Agostino, non possono mancare nella biblioteca dello studente di agraria che si vuole occupare del comparto in oggetto, dell'enologo, del sommelier ma anche di tutti coloro che essendo appassionati, vogliono ricordare nomi e vicende o magari scoprirle per la prima volta. Il libro si può trovare in stampa edito da 500G, oppure in formato elettronico su DVD nei canali ad esso dedicati.

 

Educational tour nella Valle del Torto e dei Feudi

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EduTour2015 01I siciliani conoscono bene le mille sfumature che il proprio territorio possiede, anche se ha volte se lo scordano. Sono proprio queste infinite sfumature, condite da tanti secoli di storia nel campo dei beni culturali e della gastronomia che affascinano il visitatore e lo convincono che sarà molto difficile trovare una terra così complessa ed al contempo così variegata, una terra dove c'è il pane che si taglia e quello che si strappa, una terra ricca di contraddizioni, una terra dove basta un po' di pioggia e un po' di sole per papaverizzare un campo di grano. Per promuovere la Sicilia in campo turistico basterebbe comunicare all'esterno queste sue peculiarità, ma spesso non lo si fa, limitandosi a battere sempre sugli stessi argomenti, prevalentemente mare e sole, che pur ci sono, ma che non costituiscono certamente un'esclusiva siciliana.

EduTour2015 02Diametralmente opposto invece è stato l'approccio dell'Educational Press Tour organizzato dall'Agenzia Un Due Tre Viaggi di Lercara Friddi (PA), promosso dal GAL Metropoli Est (Azione 313 B) ed in collaborazione con l'Associazione Life & Art Promotion, il cui obiettivo era quello di calare un gruppo di giornalisti italiani, video makers, del settore turismo e cibo, nella ruralità della Valle del Torto e dei Feudi, un esteso territorio della provincia palermitana tra il fiume Torto e il fiume San Leonardo e che comprende i Comuni di Alia, Baucina, Caccamo, Campofelice di Fitalia, Castronovo di Sicilia, Lercara Friddi, Mezzojuso, Ventimiglia di Sicilia e Vicari.

Il tour si è svolto il 29, 30 e 31 Maggio 2015, il gruppo di ospiti era accompagnato dagli organizzatori Gianfilippo Geraci e Antonio Licata, ma soprattutto ha goduto dell'eccellente guida di Mario Liberto, un vero trattato enciclopedico vivente di storia, luoghi, gastronomia e sicilianità, molto rara da trovare, ma sicuramente derivante dalla grande passione che egli ha per la sua terra.

L'unico mio rammarico, in qualità di invitato al tour, è quello di aver partecipato, a causa di impegni improrogabili, solo al giorno di Sabato 30 Maggio, perdendomi così i dintorni di Mezzojuso, il suo castello, le escursioni tra i castagneti del Bosco della Ficuzza, i dolci di castagne,  il Monastero dei Padri Basiliani e la mostra permanente dei pupi siciliani di Mezzojuso, il trekking sul Monte Carcaci, l'antico piatto del "Pitirri", le miniere di zolfo di Lercara, l'area archeologica dei Sicani, i luoghi di Lercara vissuti dai nonni del mitico The Voice (Frank Sinatra) e quindi il dolce tipico del luogo chiamato "Pantofola", la cena del minatore e tanto altro che non cito, ma che s può trovare sul sito del tour: www.valledeltortoedeifeudi.it

EduTour2015 03Anche se è stata un'esperienza di un solo giorno, essa si è rivelata di una ricchezza non comune, facendomi entrare in contatto con beni culturali insospettabili ed una gastronomia a me ancora sconosciuta. La giornata è iniziata con una gita a Vicari, paese medievale dove, dopo aver visitato l'antichissimo quartiere di Terravecchia, si è passati ad una doverosa fermata presso la Chiesa Madre, la Chiesa di San Marco ed un'escursione a piedi ai resti del vecchio Castello di Vicari. Il momento gastronomico è iniziato presso il Forno Giordano-Macaluso, dove abbiamo assaggiato il "Cudduruni", un semplice impasto da pane condito con passata di pomodoro, acciughe, caciocavallo e cipolla, ed i "Cudduriedda", delle ciambelle preparate con un impasto simile a quello delle palermitane "Sfince di San Giuseppe", fritte e poi passate nello zucchero semolato. Star della giornata è stato però il "Passavolante", un dolce a base di uova intere montate con lo zucchero per almeno 3 o 4 ore, poi lasciato riposare ed infine addizionato con un po' di farina e da tante mandorle pelate. Questo dolce tipico del paese di Vicari è quasi scomparso, poichè viene ormai preparato solo da tre produttori, il tour ha preferito quello del Panificio Da Sciannaro, in cui il giovane Alessandro Guaggente, insieme al papà Giuseppe, alla mamma e ad altri fratelli e sorelle, produce il dolce tipico con i prodotti coltivati nei propri terreni. Infatti, il territorio di Vicari, in passato era rinomato per le colture di mandorle e pistacchi, poi estirpati in favore di altre, ai tempi più remunerative. Poi ancora, dopo una visita ad un uliveto secolare, abilmente raccontato da Francesco Bruscato, ci si è rifocillati con un tipico pranzo di benvenuto in cui, oltre alle pietanze ed ai dolci già gustati, abbiamo assaggiato l' "ammaccu", cioè il macco di fave fresche .

Dopo una breve siesta, ci siamo rimessi in marcia alla volta di Roccapalumba, in visita presso il Mulino Fiaccati, raro caso di mulino ad acqua funzionante e vecchia conoscenza di CucinArtusi.it, dove Pino Pollina, uno dei proprietari, lo ha anche messo in funzione.

EduTour2015 04Poi è toccato alle misteriose Grotte della Gurfa, nel territorio di Alia ed alla Cantina Feudo Montoni, altra vecchia conoscenza di CucinArtusi.it, dove ci ha accolto Fabio Sireci, ultimo esponente della famiglia che è proprietaria del feudo da alcune generazioni. La degustazione offerta da Fabio è iniziata con il Catarratto 2014 Vigna del Masso, seguito dal Nerello Mascalese 2014 Rose di Adele vinificato in rosato, dal Perricone 2014 Vigna del Core, un vino che purtroppo è stato aperto troppo presto, l'avrei voluto assaggiare tra 3 o 4 anni, poi si è passati al Nero d'Avola con la selezione Vrucara 2009 e Vigna Lagnusa 2012, le due etichette più conosciute di Feudo Montoni, ma che a dispetto del loro già lungo affinamento, sono sicuro che con qualche altro anno di cantina si potrebbe migliorare ancora di più la loro maturazione. Durante la mia permanenza nella rustica sala di degustazione, ho scorto due indizi forieri di interessanti novità a casa Sireci, peraltro suffragati dalle mie fotografie. Il primo indizio è riferibile a delle bottiglie disposte disordinatamente con il collo verso il basso... a buon intenditor, poche parole. Ancora più sibillina invece, mi è apparsa una parete fitta di grappoli completamente appassiti, considerando il colore scuro degli acini giurerei sulla provenienza di un vitigno a bacca rossa, probabilmente Nero d'Avola, visto che in azienda è quello che abbonda di più. Sia Fabio Sireci che il suo enologo Angelo, non si sono voluti sbottonare su quello che vi ho appena descritto, ma chiunque abbia un minimo di esperienza vitivinicola può trarre le debite conclusioni.

EduTour2015 05La giornata si è conclusa con una luculliana cena presso l'Agriturismo Al Lago Verde, ancora un'altra vecchia conoscenza di CucinArtusi.it, in cui Lino Rinchiuso ci ha fatto assaggiare la sua caponata e poi ha superbamente cucinato un agnello a bassa temperatura, 70 gradi per 6 ore, conservandone così morbidezza, succhi e sapori.Peccato non aver provato la pizza di Vincenzo, figlio di Lino, preparata con il sistema della maturazione dell'impasto.

L'attività di promozione, però, non si è svolta solo con il tour che vi ho raccontato, essa comprende anche una guida riccamente illustrata, canali social, sito web, workshop e seminari, infine, i giornalisti partecipanti al tour avranno la possibilità di concorrere, con i loro servizi e reportage, alla settima edizione del My Way Festival, una manifestazione sul jazz dedicata a Frank Sinatra, che si svolgerà a fine Luglio a Lercara Friddi, paese che diede i natali ai nonni paterni del grande cantante ed attore italo-americano.

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DOC Monreale in DiVino tour

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MonrealeDiVino 01Gli addetti del mondo del vino lo sanno, la DOC Monreale in Sicilia è molto grande per estensione, ma al contempo molto dimenticata e poco considerata, essa abbraccia parte dei comuni di Monreale e di Piana degli Albanesi, e tutto il territorio dei comuni di: Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena. Io, l'anno scorso, ho cercato almeno di farne rivivere il nome ideando e organizzando MonrealeDOC, una mostra mercato con aziende selezionate del territorio in questione, ma la nuova presidenza del consorzio, assegnata a Mario Di Lorenzo, sembra però dare i primi frutti, poichè insieme a Filippo Barbiera, avvocato ma soprattutto gourmet e sommelier appassionato di vino, ha ideato degli itinerari culturali-vinicoli tra le sei cantine aderenti al consorzio. Due i partner più importanti: La banca Mediolanum, sensibile all'argomento del food, ma soprattutto Federalberghi Palermo, che ha accettato di distribuire le locandine dei sei eventi presso le strutture del centro storico cittadino. 

MonrealeDiVino 02Questo è il succo della presentazione a giornalisti, operatori del settore ed appassionati avvenuta lo scorso 3 Giugno 2015 presso Palazzo Alliata di Villafranca, raro esempio di architettura barocca ben conservata oggetto di una visita che ha preceduto la conferenza stampa, alla quale hanno partecipato, da sinistra secondo l'ordine della foto qui accanto: Maurizio Artusi, enogastronomo di CucinArtusi.it, Giovanni Lucchese, Senior Manager di Banca Mediolanum, Nicola Farruggio, Presidente Federalberghi Palermo vicario Sicilia, Filippo Barbiera, sommelier e Mario Di Lorenzo, Presidente Consorzio di Tutela DOC Monreale e titolare della Cantina Feudo Disisa.

Gli itinerari prevedono la partenza alle ore 14:00 con un pullman 50 posti da Piazza Verdi a Palermo, la visita ad un bene culturale del territorio ed infine il giro enoturistico, con degustazione guidata presso una delle cantine della DOC. Durante la degustazione, verrà illustrato ed offerto in assaggio anche un prodotto agrolimentare o gastronomico rappresentativo della zona, in questo caso selezionato da CucinArtusi.it, non a caso il sottotitolo degli eventi è Wine Tour and more... Il rientro è previsto per le ore 20:00.

L'iniziativa è principalmente rivolta ai turisti, ma i numerosi siciliani e palermitani che non conoscono bene le preziosità della loro terra, e purtroppo sono molti, saranno ben accetti, l'importante è veicolare il concetto di DOC Monreale collegandola al territorio in un modo totalmente nuovo e, secondo me, vincente. L'epoca dei "soliti" tour volge al termine, il turista moderno cerca sempre di più approfondimento ed enogastronomia, promuovere la Sicilia con mare e sole, che pur ci sono, non è più sufficiente, anche perchè le due caratteristiche non le possediamo in esclusiva, mentre invece, storia, cultura ed enogastronomia formano un mix irripetibile nel mondo, eliminando così qualsiasi possibile concorrenza.

Queste sono le date ed il programma gastronomico che ho selezionato ed inserito nei tour di Monreale DiVino, ma solo per i fortunati che con sole 25 Euro si aggiudicheranno un posto sul pullman e potranno così godere di un pomeriggio ad alto contenuto culturale e sensoriale, un motivo in più per salire a bordo!

Sabato 6 Giugno 2015

Visita: Palazzo Reale di Ficuzza
Cantina: Principe di Corleone
Produttore: Azienda Agricola Barbaccia
L'azienda alleva diverse razze, ma soprattutto trasforma le carni bovine di Cinisara, di Suino Nero e di asino in salumi dalle particolari caratteristiche nutrizionali e salutistiche, da poco tempo anche senza conservanti.
In degustazione: salsiccia secca, busambrina (bresaola) e salame al caciocavallo, tutti di manzo Cinisara.

Sabato 13 Giugno 2015

Visita: Real Cantina Borbonica
Cantina: Feudo Disisa
Produttore: Pasticceria La Preferita
Paolo Antico, pasticcere e titolare insieme al fratello della pasticceria La Preferita di Partinico, si è sempre distinto per i suoi gelati, ha infatti vinto un'edizione dello Sherbet Festival, ed ovviamente per non impiegare semilavorati industriali. Gli Antico, profondamente calati nella tradizione del proprio paese, offrono però anche dolci moderni, come ad esempio mousse e bavaresi, nonchè gelati dai gusti insoliti.
In degustazione: Buccellato di Partinico con fichi e frutta secca.

Sabato 20 Giugno 2015

Visita: Tenuta dello Zucco
Cantina: Sallier de la Tour
Produttore: Bar dello Sport – La Casa del Cannolo
A Piana degli Albanesi il bar dei fratelli Cuccia è un'istituzione, una particolare cura nella scelta degli ingredienti del cannolo li distingue, ma oltre al tipico dolce sono rinomati anche i loro aperitivi grazie alla fornita cantina spesso in abbinamento con prodotti siciliani DOP.
In degustazione: se sarà possibile, cannolo in versione "antica" altrimenti "moderna".

Sabato 27 Giugno 2015

Visita: Ruderi di Gibellina
Cantina: Marchesi De Gregorio
Produttore: Ristorante L'Arte dei Sapori
A Camporeale, una famiglia da sempre impegnata nella panificazione, ha di recente deciso di trasferire le ricette di casa propria in un ristorante. Così è nato L'Arte dei Sapori, un piccolo locale in cui la giovane Vincenza Restivo cucina seguendo le ricette di nonna Enza.
In degustazione:
il "bruciuluni" di Camporeale.

Sabato 4 Luglio 2015

Visita: Area archeologica Monte Maranfusa
Cantina: Tamburello
Produttore: Azienda Agricola Ciaccio
Nino Ciaccio, con la sua famiglia, alleva da diverse generazioni la razza bovina Frisona, purtroppo famosa per le grandi quantità di latte prodotte e per la bassa qualità dello stesso. Nonostante ciò, la Frisona, opportunamente allevata e alimentata, dà un latte straordinario che non ha nulla da invidiare ad altre razze molto più blasonate, anzi, ne è la prova l'ottimo caciocavallo prodotto dai Ciaccio.

In degustazione: 
caciocavallo.

Sabato 11 Luglio 2015

Visita: Area archeologica Monte Jato
Cantina: Alto Belìce
Produttore: Masseria La Chiusa
Emanuele Savona, nel giro di pochi anni, ha recuperato un bene di famiglia ormai destinato all'oblio del tempo, creando attorno ad esso un'azienda agricola in regime biologico che rispetta l'ambiente circostante e che fornisce di ottime materie prime il ristorante dell'agriturismo, onorando così una categoria purtroppo declassata da troppi furbi.
In degustazione: legumi rari.

Info e prenotazioni: 328-2604913 - consorziodocmonreale@libero.it

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A Palermo, lo zucchero del campione del mondo Emmanuele Forcone

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Forcone2015 01Grazie alla Cappello Pastry Academy, rieccomi qui a parlare della Coppa del Mondo di Pasticceria 2015 di Lione, perchè dopo Francesco Boccia ho avuto la fortuna di conoscere ed intervistare colui che è stato il promotore della partecipazione al concorso ed il selezionatore della squadra, della quale fa parte anche Fabrizio Donatone. Su questo trio in pochi avevano scommesso qualcosa, invece, i tre pasticceri hanno spiazzato tutti e sono tornati con il premio più ambito per chi partecipa ai concorsi del settore.

Emmanuele Forcone è rimasto a Palermo per ben tre giorni, dal 3 al 5 Giugno 2015, in cui si è cimentato nella realizzazione di una zebra in zucchero, o per meglio dire in isomalto, davanti a otto corsisti, tra cui il Prof. Pietro Pupillo, lo stesso Giovanni Cappello e Mauro Lo Faso, giovanissimo pasticcere emergente e figlio dell'omonimo professionista di nome Pino, titolare della Pasticceria Delizia di Bolognetta (PA).

Forcone2015 03L'isomalto è uno zucchero un po' particolare, poichè ha delle caratteristiche che lo rendono molto interessante nel campo delle sculture artistiche, ad esempio, dopo la sua cristallizzazione, esso rimane trasparente poichè non caramellizza e non imbrunisce, pertanto è facile colorarlo in quanto esso mantiene la brillantezza dei pigmenti aggiunti, inoltre è molto plastico. L'isomalto è un alditolo di solito estratto dalle barbabietole ed è utilizzabile in campo alimentare, esso possiede un potere calorico che è la metà di quello del comune saccarosio, purtroppo però è dimezzato anche il suo potere dolcificante, inoltre non viene metabolizzato dalla flora batterica orale e quindi non contribuisce all'insorgenza della carie, però è meglio non abusarne, poichè in dosi relativamente basse ha un potere lassativo, per fortuna Emmanuele Forcone ci fa solo le sculture e non i dolci!

Da questa descrizione del materiale impiegato durante il corso, si fa presto a capire la difficoltà di lavorazione che l'isomalto presenta, di conseguenza anche il perchè dei pochi specialisti che lo utilizzano, Forcone è uno di loro, però diviso tra zucchero e cioccolato, il primo per soddisfare il cuore, il secondo, più commerciale, per portare la pagnotta a casa.

Forcone2015 02Emmanuele è nato in provincia di Pescara e dopo aver frequentato l'alberghiero ed intrapreso le prime esperienze in cucina, ha dovuto aspettare la maggiore età per capire che il suo futuro era nel campo della pasticceria. Finalmente a 22 anni Emmanuele ha definitivamente girato le spalle al suo lavoro di cuoco per dedicarsi anima e corpo a ciò che gli piaceva di più, ma si sa, la passione ed il talento non si può nascondere, infatti venne notato da Renato Zara, dell'omonima pasticceria di Termoli (CB), che gli ha permesso di frequentare quei corsi di pasticceria che lo hanno poi lanciato nel settore e poi nel mondo dei concorsi.

Durante il corso ho scambiato diverse chiacchiere con Emmanuele, ne è emersa una personalità forte, ma anche una metodologia di lavoro precisa, con una grande cura per i dettagli, nonchè con una disciplina non comune, credo proprio che queste qualità siano alla base del suo successo, nato dalla bravura e non dalla notorietà.

Infine, secondo me, Emmanuele deve essere un bel gourmet, ma ama i gusti semplici e le pietanze non molto elaborate, infatti impazzisce per il babà napoletano, quello tradizionale, chissà quanti gliene avrà forniti l'amico e collega Francesco Boccia! Mentre a tavola, ha una netta preferenza per i "quadrucci" in brodo ed i "rosticini", tipici del suo Abruzzo.

Adesso vi lascio alla video intervista, non voglio raccontarvi troppe cose su Emmanuele, è giusto che le ascoltiate dalla sua voce.

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Forcone2015 04Durante l'ultimo giorno di corso, si è svolta anche una vera parata di grandi professionisti, sono infatti venuti in visita Biagio Settepani, noto pasticcere newyorchese originario di Ventimiglia di Sicilia (PA), momentaneamente in vacanza a Palermo, il già citato Pino Lo Faso, nonchè la giovane e promettente Rita Busalacchi, palermitana, prima allieva e poi assistente di Luca Montersino, pertanto, rimanete sintonizzati su CucinArtusi.it perchè prossimamente potrebbero arrivare altre esclusive interviste.

Dopo Francesco Boccia ed Emmanuele Forcone, per completare la tripletta dei campioni 2015 mi rimane da intervistare solo Fabrizio Donatone, ma vi basterà aspettare solo un altro po' perchè presto anche Fabrizio terrà un corso alla Cappello Pastry Academy e quindi anche lui passerà da CucinArtusi.it.

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Rita Busalacchi, una palermitana tra Boscolo e Montersino

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RitaBusalacchi 01Che in cucina ci sia chimica è un fatto accettato da tutti, ma che ce ne sia ancor di più in pasticceria è una vera ovvietà. Conoscere ciò che avviene a livello chimico unendo degli ingredienti, crea un vantaggio non indifferente nel pasticcere che padroneggia tali tecniche, il Maestro Salvatore Cappello è tra questi, ma è arrivato a ciò solo dopo una vita trascorsa a studiare ed a sperimentare, particolarmente avvantaggiati sono invece coloro che conseguono una laurea in materia e quindi applicano a torte, creme e lievitati le loro conoscenze di chimica.

Rita Busalacchi, una palermitana appassionata di pasticceria, ricade proprio in quest'ultima categoria, ritrovandosi da trentenne a poter padroneggiare ricette ed impasti, grazie agli studi compiuti. Rita, sin dalla più tenera età, è rimasta affascinata dai racconti della mamma sulla bisnonna americana, dedita alla cucina e ai dolci, decidendo, quasi inconsciamente, per diversi anni, di dedicarsi alla pasticceria, ma senza pensare che potesse un giorno diventare un lavoro, fino a quando, all'età di 20 anni, proprio durante il suo percorso universitario, capì qual'era la sua strada. La sua sete di sapere gli ha permesso di accumulare, prima una cultura umanistica, e poi di chimica, non indifferenti, ma la sua forza sta anche nella caparbietà e nella passione che l'ha vista partire, dopo pochi mesi dal conseguimento della laurea in chimica farmaceutica, alla volta della Boscolo Etoile Academy. Uno dei docenti della scuola era Stefano Laghi, ma arrivata in Toscana, Rita non lo incontrerà mai, trova invece Luca Montersino che intuendone le potenzialità, al termine del corso di studi, la assume prima come assistente e poi come addetta al reparto cremosi del suo laboratorio di Alba (CN).

RitaBusalacchi 02Grazie ai docenti incontrati ed alla sua passione, Rita ha accumulato, in un tempo relativamente breve, un'esperienza invidiabile alla quale oggi, tornata nella sua Palermo, attinge per le consulenze e per i corsi che offre ai clienti, ma nel futuro della Busalacchi c'è però un locale tutto suo, dove esprimere ciò che a lei piace della pasticceria. Sarà un retaggio del lavoro presso il laboratorio di Montersino, ma Rita predilige i cremosi e quindi ama la pasticceria moderna, a base di mousse, quella che oggi si fa con il freddo dei freezer più che con il caldo del forno. Però, stranamente, quando deve mangiare un dolce, preferisce la Tarte Tatin, un classico della pasticceria francese, mentre a tavola predilige le verdure, crude o comunque poco cotte, magari grigliate, gusti semplici dal dolce al salato, preferenze in comune con altri grandi della cucina e della pasticceria.

Oltre alla passione ed alla caparbietà, uno dei suoi segreti, che tra l'altro l'accomunano con Luca Montersino, è sicuramente la precisione, l'amore per il dettaglio, l'ordine e la disciplina, caratteristiche che fanno la differenza tra un bravo ed un bravissimo.

Questo è il profilo che è emerso durante la mia video intervista del 12 Giugno 2015, registrata presso la Cappello Pastry Academy di Palermo, sede dei corsi della Compait, associazione della quale Giovanni Cappello ha recentemente preso le redini per la Sicilia Occidentale e della quale Rita fa parte, pertanto, come è mia abitudine, vi lascio alle sue parole che hanno illustrato, in modo aperto e senza remore, i primi trenta anni della sua vita.

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Infine, qualora ce ne fosse bisogno, Rita costituisce l'ennesima conferma di come la pasticceria stia diventando sempre più rosa, proprio come mi è già capitato di scrivere in passato, ma nel suo caso, una scelta compiuta ben prima che la TV ci bombardasse con torte e cucine, quindi una strada imboccata sicuramente con il cuore, il cuore cremoso e morbido di una ragazza che ha finalmente coronato il suo sogno e che oggi possiede tutti gli strumenti per conquistare un grande futuro.

 

Nuovi pizzaioli e nuova scuola a Palermo

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EsamiPizza 06 2015 01Si sono svolti all'insegna delle novità, gli esami di pizzaiolo tenuti dal Pizza Team Don Robbie Sicilia, in collaborazione con la Scuola Maestri Pizzaioli di Palermo di Giuseppe D'Angelo, lo scorso 10 Giugno 2015, presso il Ristorante Ai Monaci di Baida (PA). La notizia più importante è quella che vede la separazione tra le due associazioni sin dall'indomani del giorno degli esami, un sodalizio sicuramente complicato dalla distanza con la sede riminese del Pizza Team Don Robbie, ma dovuta anche ad una presa di coscienza ed una maturità acquisita dal direttivo palermitano, una consapevolezza probabilmente assente un anno fa. Giuseppe D'Angelo ha scelto di fare i passi poco alla volta, piano piano, senza correre e quindi scongiurando ogni possibile inciampata.

EsamiPizza 06 2015 02I diplomi consegnati sono quindi gli ultimi a portare il logo della bella associazione di Robbie Pezzuol che continuerà nel Nord Italia la sua opera di diffusione della pizza buona, mentre in Sicilia, con un occhio al continente, la Scuola Maestri Pizzaioli proseguirà la propria strada, incentrata principalmente sulla qualità non solo dei corsi, ma anche rafforzando il legame con sponsor e partner storici di eccellenza, come i Molini del Ponte di Filippo Drago, La Fenice di Bartolo Crivello e dell'azienda di distribuzione di Francesco Mangiapane, oggi affiancati dalla Artis Food di Pavia, rappresentata per l'occasione da Antonino Militello, capo area Sicilia, ma soprattutto dalle mozzarelle del Caseificio Ponticorvo, rappresentato da Alfonso.

La Artis Food è una giovanissima azienda di distribuzione alimentare che si rivolge esclusivamente a quei clienti che sono disposti a spendere qualcosa in più per prodotti di qualità, qundi pochi, ma buoni. Nata nel Novembre 2014, la Artis ha sede a Pavia, ma ambisce ad una diffusione su tutto il territorio nazionale, ovunque ci sia richiesta di prodotti confezionati di alta categoria, anche di provenienza siciliana.

Il Caseificio Ponticorvo, invece, è situato ad Alvignano, a 27 km da Caserta, abbastanza distante dalla tanto temuta ed inquinata zona chiamata "terra dei fuochi", come mi ha precisato Alfonso, l'azienda possiede anche un allevamento di ben 1.500 capi di bufali, utile però a soddisfare solo il 20% del fabbisogno interno, per il resto ci si fornisce presso allevamenti certificati della zona. Alla Ponticorvo, come recita lo slogan aziendale, la mozzarella non si fabbrica ma si fa, e non è l'unico prodotto, di bufala DOP o di vaccino, essa è affiancata da una serie di formaggi che ho avuto la fortuna di assaggiare con molto piacere e con risultati organolettici eccellenti, grazie alla disponibilità di Salvo Ultimo, rappresentante a Palermo dei prodotti Ponticorvo ed anche di altri.

EsamiPizza 06 2015 05Mozzarella di Bufala (Caseificio Ponticorvo)

Trovare in una pizzeria una buona mozzarella di bufala è molto difficile, io stesso, durante le recensioni di "Pizza buona si può", non ho voluto affrontare l'argomento, anche perchè, a differenza della Campania, qui in Sicilia lo standard è rappresentato da quella di vaccino. Nonostante ciò, ho accettato di assaggiare il prodotto di Ponticorvo in cui ho subito notato una certa complessità olfattiva, con sentori di latte, burro e fermenti, accompagnata da una insolita compattezza. Parlando con Alfonso, ho poi scoperto che la particolare consistenza era dovuta ad alcuni accorgimenti di lavorazione al fine di rendere la mozzarella più adatta all'impiego in pizzeria, infatti, la mozzarella di bufala, notoriamente rilascia ancora più acquetta rispetto al boccone di vaccino, compromettendo l'aspetto e la praticità di consumo della pizza. Il campione da me esaminato era stato prodotto due giorni prima che lo degustassi, ma ciò non credo abbia influito sulle sue qualità organolettiche, anzi, sono convinto che la mozzarella debba assestarsi almeno uno o due giorni prima di essere consumata, ovviamente bisognerà assaggiarla a temperatura ambiente.

EsamiPizza 06 2015 07Mozzarella di Vaccino (Caseificio Ponticorvo)

Anche la mozzarella di vaccino era stata prodotta un paio di giorni prima, essa si è presentata al mio naso con un netto sentore di latte ed un filo di burro, in bocca, durante la masticazione, la prima cosa che è notato è stata la delicatezza della salatura, la seconda invece, la turgidezza della filatura che si è manifestata con un'accentuata callosità durante la masticazione, senza mai sconfinare nella gommosità, un pregio senza il difetto. A proposito della consistenza, questa mozzarella, essendo stata preparata per soddisfare le esigenze di una pizzeria, me l'aspettavo ancora più asciutta, mentre invece ho trovato un'umidità molto ben bilanciata. Nel finale, il gusto complessivo al palato è persistente, molto lungo, e termina infine con una leggera nota amarostica e di affumicato che valorizzano il risultato complessivo di un già ottimo prodotto.

EsamiPizza 06 2015 06Burrata (Caseificio Delizie Pugliesi)

Nel caso della burrata, invece, bisogna stare più attenti alle temperature poichè essa è molto sensibile agli sbalzi. Nel campione delle Delizie Pugliesi, altra azienda distribuita da Salvo Ultimo, ho subito notato al naso una leggera pungente acidità, confermata anche al palato, indice di una certa "età" del prodotto, infatti, come mi ha poi spiegato Alfonso, la sua produzione risaliva a ben 5 giorni prima. Indentiamoci, ciò non ha inficiato minimamente la sua bontà e sicurezza alimentare, bisogna considerare che i formaggi freschi, anche se a latte pastorizzato, sono sempre abbastanza "vivi", pertanto possono subire una serie di modificazioni che comunque, a volte, migliorano le caratteristiche organolettiche iniziali. Oltre alla leggera acidulità, però, ho riscontrato al naso ed al palato un buon sentore di burro e di panna che mi spingono comunque a classificare il prodotto come ottimo.

La pluridecennale esperienza del caseificio, la sua presenza a Palermo e la gentile disponibilità di Alfonso, si prestano molto all'organizzazione di incontri di alto livello con operatori del settore della pizzeria, ma anche con quei consumatori classificabili tra i più esigenti, a proposito di tali incontri vi anticipo che CucinArtusi.it e la Scuola Maestri Pizzaioli stanno già progettando qualcosa.

EsamiPizza 06 2015 03E pur vero che la Scuola Maestri Pizzaioli è andata avanti con piccoli passi, ma sta già aprendo un'altra sede a Ragusa, queste invece sono le cariche e il team che sin da subito si occuperà dell'associazione: Giuseppe D'Angelo, Presidente, Vincenzo Mineo, Vicepresidente, Daniele Vaccarella, Direttore Nazionale, Pino Vitrano, Delegato Regionale Sicilia, Tommaso Di Bella, Responsabile Coordinamento.

La commissione d'esame, com'è ormai d'abitudine, era composta da professionisti del mondo della pizza e della cucina, quasi tutti ospiti provenienti da fuori città, in ordine alfabetico: Elio Ceraolo, Maestro Pizzaiolo di Gioiosa Marea (ME), ideatore dell'UPS, Unione Pizzaioli Siciliani, Salvo D'Antoni, Executive Chef, Houssem Semcha, pizzaiolo di Comiso (RG), infine Vincenzo Mineo e Daniele Vaccarella, entrambi Maestri della scuola.

EsamiPizza 06 2015 04I corsisti che hanno ricevuto l'agognato diploma, dopo circa tre mesi di duro studio, sono i seguenti:

Rosario Cavarretta, Roberto Cottone, Orazio Invernale, Giacomo Guccione, Antonio Massaro, Giuseppe Namio, Alessandro Pedone, Matteo Rera, purtroppo assente per un'emergenza medica, e Vincenzo Taormina.

Tra i nomi dei nuovi pizzaioli, i più attenti tra gli addetti ai lavori forse hanno scorto quello di Roberto Cottone che, insieme ai fratelli Antonio e Marcello, conduce la Pizzeria La Braciera, la specialità di Roberto sembra essere lo sfincione, ne vedremo una riedizione particolare nel suo locale nuovo locale estivo a Villa Lampedusa? Infine, c'era anche Giacomo Guccione, pizzaiolo di lunga esperienza che finalmente ha deciso di frequentare un corso, preludio di una pizzeria tutta sua, potrebbe quindi presto spuntare, insieme ad altri neo-diplomati, sulle pagine della rubrica di recensioni Pizza buona si può, ovviamente su CucinArtusi.it.

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Il territorio trapanese di Peppe Giuffrè tra agronomi ed Expo

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AperitivoConsapevole 01Chi conosce Peppe Giuffrè, imprenditore siciliano del catering di qualità e, come lui stesso si definisce, "cuciniere", sa bene quanto egli sia affezionato al suo territorio trapanese. In quest'ottica e grazie alla collaborazione degli agronomi soci CONAF è nata la tavola rotonda intitolata “Cibo e Salute a Tavola con consapevolezza tra eccellenze siciliane”.

La manifestazione si è svolta il 7 Luglio 2015 all'Expo di Milano presso il padiglione WAA-CONAF, come progetto di “Casa Giuffrè”. Fortunatamente ero presente in loco per il master chef universitario chiamato "Taste of Sicily", permettendomi così di relazionarvi sul convegno e di onorare l'invito di Peppe a partecipare con un mio intervento.

Il programma era ricco di relatori, anche di rilievo nazionale, che hanno parlato dei prodotti d’eccellenza della Sicilia, in particolare della provincia di Trapani, di “cibo sano”, di biologico e di benessere della persona in generale.

AperitivoConsapevole 02L’apertura dei lavori è stata affidata al Dott. Alberto Firenze, Presidente dell’ERSU Palermo, intervenuto per illustrare il progetto “Taste of Sicily”, il cooking show riservato agli studenti universitari che punta alla riscoperta dei luoghi, ma soprattutto dei sapori siciliani e della Dieta Mediterranea. Altri relatori intervenuti a proposito della manifestazione dell'Ersu sono stati Salvatore Cappello, Maestro Pasticcere e Patrizia Di Benedetto, Chef Stellata del ristorante “Bye Bye blues” di Palermo.

AperitivoConsapevole 03Durante i lavori è stato presentato il “Biodistretto Colture Mediterranee”, un progetto di sviluppo eco-sostenibile, con l’obiettivo di valorizzare le produzioni biologiche come volano economico di un territorio. Il progetto coinvolge i Comuni di Paceco, Calatafimi, Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo, Paceco, Salemi, Gibellina, Poggioreale con capofila Petrosino. L'argomento è stato presentato e trattato negli interventi di Gaspare Giacalone, Sindaco di Petrosino, Dott. Filippo Salerno, Agronomo referente AIAB Trapani, (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), Dott. Cacciola, Presidente della Rete Fattorie Sociali, Dott. Biagio Martorana, Sindaco di Paceco, Dott. Ing. Sebastiano Cammarata, del Consorzio Aglio Rosso di Nubia, e l’avvocato Giuseppe Giliberto, con il suo “Paniere d’eccellenze gastronomiche”, tra cui ricordiamo il Pomodoro Pizzutello di Paceco, l'Aglio rosso di Nubia e il Sale delle saline trapanesi.

AperitivoConsapevole 04Parlando di grani antichi si deve obbligatoriamente parlare anche di pane, infatti era presente Claudio Conti, Presidente dell’Associazione Italiana Panificatori ASSIPAN - Confcommercio Imprese per l’Italia, seguito dal panificatore trapanese Martinez, autore del pane impiegato durante la preparazione dell' "aperitivo consapevole" di Peppe Giuffrè.

Poi la Dott.ssa Floriana Sergio, farmacista food blogger, e la Dott.ssa Giovanna Tranchida, Biologa nutrizionista, hanno affrontato il tema degli aspetti salutistici e nutrizionali del cibo, con particolare attenzione al cibo “sano” e biologico.

AperitivoConsapevole 05In chiusura dei lavori, guarda caso verso ora di pranzo, Peppe Giuffrè, ideatore della manifestazione, insieme a Christian Basile e Claudia Troìa, concorrenti della finale di "Taste of Sicily", in attesa di sfidarsi nel pomeriggio, hanno collaborato alla realizzazione del suo “aperitivo consapevole” preparato con semplicità con i prodotti del territorio trapanese. Durante lo show sono intervenuti gli "amici" di Peppe Giuffrè: Francesco VesceraGiuseppe Salerno e Maurizio Artusi, Enogastronomo-Food Blogger. Per quanto riguarda il mio intervento ho raccontato com'è nata la mia avventura enogastronomica e della mia opera di miglioramento della qualità di produttori e ristoratori, realizzatasi tramite la promozione virtuale, grazie al sito web www.cucinartusi.it, e reale con i vari eventi da me ideati e condotti.

AperitivoConsapevole 06I saluti e le conclusioni sono stati affidati alla Dott.ssa Rosanna Zari, Vice Presidente CONAF, che ha lodato l'iniziativa, tra l'altro da lei stessa sostenuta, infine, Peppe Giuffrè ha ringraziato i due indispensabili e infaticabili motori che hanno materialmente organizzato l'evento: la Dr.ssa Agr. Ivana Calabrese - Consigliera Ordine dei Dott. Agronomi e Dott. Forestali di Palermo e referente CONAF, nonchè l'addetta alla comunicazione Dott.ssa Maria Rita Pisano.

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L'Istituto Pugliatti di Taormina ad Expo 2015

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PugliattiExpo 01Il Dirigente Scolastico Prof. Luigi Napoli, da me conosciuto l' 8 Luglio 2015 presso il Cluster BioMediterraneo dell'Expo 2015 di Milano, mi ha inviato il seguente articolo che pubblico con piacere, poichè qualifica positivamente il suo impegno e di conseguenza il lavoro che tanti docenti svolgono nell'assoluto silenzio e anonimato all'interno degli Istituti Alberghieri siciliani e non.

Maurizio Artusi

 


 

PugliattiExpo 03"Expo è un viaggio nel futuro, con lo sguardo e l'attenzione puntati  alle nuove tecnologie ed al loro utilizzo in funzione del rispetto del pianeta, con particolare attenzione al mondo della produzione, della trasformazione e dell'alimentazione sostenibile. E' per questo che noi siamo orgogliosi di avervi partecipato." Luigi Napoli sintetizza così l'esperienza che dal 7 al 12 Luglio ha registrato la presenza dell'IISS Salvatore Pugliatti di Taormina, con l'indirizzo Professionale per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera, ad EXPO 2015.
Gli alunni Di Francesco, Venturoli, Lo Monte e Palella, tutti della quarta classe, coordinati dai Docenti Proff. Lo Giudice e Nucifora, hanno preparato e descritto ai numerosi presenti al padiglione del Cluster BioMediterraneo, alcuni piatti che si ispirano al concetto di cucina a "metri 0", che fa parte di un innovativo progetto posto in essere dall'Istituto. Infatti lo Chef Emanuele Lo Giudice ha preparato, tra gli altri, un primo piatto con salsiccia tagliata al ceppo con verdure alimurgiche e spontanee, che crescono proprio nel territorio Taorminese.

PugliattiExpo 02"Essere qui è stato importante ed ha costituito un privilegio per noi, ed in particolar modo sono contento per i ragazzi che, pur avendo superato tantissime difficoltà e fatiche, hanno fatto un'esperienza indimenticabile" - continua il Dirigente Scolastico-, che continua sottolineando la collaborazione svolta con il GAL Terre dell'Etna e dell'Alcantara che ha reso possibile questa collaborazione sostenendo le spese di viaggio e di alloggio, mentre il vitto e gli spostamenti da e per Expo sono rimasti a carico della scuola.
"Taormina, a mio parere, non dovrebbe mancare di essere presente a questo appuntamento" - conclude  il preside; le statistiche parlano di cinquantamila visitatori al giorno, ed io che ho visto con i miei occhi confermo che questo è un appuntamento, anche dal punto di vista promozionale, di ineguagliabile importanza.

Prof. Luigi Napoli

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Con Elena Claudo la Cipolla Rossa di Partanna entra in pasticceria

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ElenaClaudo 01Lo scorso 25 Luglio 2015, durante la Sagra della Cipolla Rossa di Partanna, ho incontrato Elena Claudo, una giovane promessa della pasticceria belicina, quasi nascosta nel lungo viale che ospitava l'evento, in cui la cipolla in realtà è stata trattata più da “partner ornamentale” per salsiccia e porchetta. Invece, nello stand di Elena, un'originale novità ha sorpreso quei curiosi che hanno intravisto nei bicchierini e nella scritta “Sweet Onion” un vero strappo al popolare evento.

All’assaggio la vista non ha tradito, equilibrio di sapori e armonia per il palato che non lascia indifferenti, una decisa evoluzione nell’uso di un prodotto che tradizionalmente viene utilizzato per piatti salati, ma oggi trova un nuovo percorso nella pasticceria, cosa che certamente farà parlare di se. Uso di materie prime fresche di stagione, la loro attenta trasformazione, la determinazione, caratteristiche fondamentali per Elena che ha cominciato a manipolare lo pasta di zucchero per realizzare i rilievi del cake design, sua prima passione e dove tante donne come lei, anche senza essere esperte di dessert, sono riuscite a creare vere meraviglie.

Con queste basi e il lavoro/contesto della scuola Pasticceria Cappello di Palermo, la novella pasticciera entra a far parte di quel sempre più nutrito gruppo di donne che irrompono nel mondo della cucina e della pasticceria di qualità attestando il ritorno incessante del gentil sesso tra i fornelli, in maniera sempre più virtuosa e creativa.

ElenaClaudo 02

Elena, quando ti sei avvicinata alla pasticceria?

Già da ragazzina a casa mi dilettavo con mamma e la nonna materna, due vere maestre di cucina, e non solo per i dolci. Quando andavamo in campagna seguivo la nonna in tutto, dalla pasta fatta in casa, alle torte, alla preparazione delle cassatelle e anche ad utilizzare al meglio il forno. Qualche anno fa ho iniziato con il cake design e più recentemente ho deciso di professionalizzare la mia scelta seguendo i corsi del maestro Giovanni Catalano e la scuola-laboratorio della Cappello Pastry Academy di Giovanni Cappello dove ho incontrato anche il Maître à Sucrer Maurizio Santin. Un’esperienza, quella del corso, che mi ha fatto crescere molto, anche grazie al confronto con gli altri colleghi.

Cosa ti attrae della pasticceria?

Il fatto che i prodotti della pasticceria sono un goduria per il palato, ma anche per la testa. Naturalmente un dolce deve essere buono, prima che essere “visto”, ma anche l’elemento estetico è importante affinché un dolce possa dirsi completo.

Secondo te, come avviene la creazione di un dolce? Quali i fattori importanti? E’ una combinazione di emotività, di tecnica, ma anche di prove su prove. Per me è anche una sfida personale, la creazione è anche una questione di testa, bisogna avere gli orizzonti più larghi possibili e abbracciare più gusti. Con i dolci tutto è possibile!

ElenaClaudo 03Parliamo della tua creazione, il dolce alla Cipolla Rossa di Partanna, come ti è venuto in mente e quanto tempo ha impegnato la sua preparazione?

L’idea è nata in riva al mare, così durante un pourparler sull’evento che ogni anno si organizza a Partanna per celebrare il nostro prodotto per eccellenza, quasi scherzando. Nei giorni successivi quelle parole si sono trasformate in prove su prove, e alla gelatina di cipolla ho affiancato una mousse leggera basica di cioccolato bianco, del crumble per dare croccantezza, la glassa di cioccolata fondente e infine della cipolla caramellata. Il dolce è in continua evoluzione e sono arrivata ad utilizzare anche delle spezie orientali.

Cosa vuoi comunicarci con questa creazione?

Quello che ho detto poco fa, che tutto è possibile con i dolci, e che si rende essenziale aprire i palati a nuovi gusti. Operazione che spesso incontra resistenze, ma che porta notevoli benefici.

E’ un dolce che ritieni adatto per ogni stagione e ad ogni occasione?

No, non è un dolce per tutte le stagioni. Ho imparato che in cucina vanno utilizzati prodotti freschi, è fondamentale, quindi questo dolce va bene dalla primavera inoltrata all’autunno. In merito alle occasioni, può essere utilizzato quando si preferisce, ma io lo vedrei bene in un apericena.

Qual’è la cosa più bella che ti capita, o ti è capitata, da quando fai dolci?

Certamente la cosa più bella è quando vedo le persone sorridere dopo avere assaggiato uno dei miei dolci, è davvero gratificante.

Mi hai detto che privilegi i prodotti di stagione, la loro freschezza, hai altre regole nel tuo modo di vivere il lavoro in cucina?

Si, la pulizia e l’ordine, durante il mio lavoro sono cose di cui non posso fare a meno. Poi il sapere quello che si fa, non mi piace improvvisare, preferisco essere preparata, la pasticceria è una cosa seria.

Nella vita privata hai un piatto preferito? Hai un piatto che cucini spesso?

Prediligo il pesce, in tutte le sue forme e cucinato in ogni maniera. Mi piace molto cucinare pranzi completi a base di pesce, dalla pasta al secondo, e magari concluderlo con un bel dolce alla cioccolata fondente. In famiglia sono tutti abbastanza golosi, finora non ho mai ricevuto critiche, neanche dal mio primo degustatore, il mio bambino di 6 anni.

Cosa pensa Elena di Elena?

Non so, preferisco capire cosa pensano gli altri di me. Io mi impegno in tutto quello che faccio, nella professione e in famiglia. Nella pasticceria sto investendo molto di me stessa, e mi auguro di sviluppare altre idee per il prossimo futuro.

 

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